Zafferano

La spezia toscana per eccellenza, che da circa 700 anni, a fasi alterne, viene coltivata per il consumo della comunità monastica dell’Abbazia. 

Lo zafferano, o come veniva definito già nel Medioevo “l’Oro Rosso”, è sempre stato tipico delle nostre colline, specialmente delle crete senesi, come affermano numerosi documenti risalenti al XIII e XIV secolo, dei quali il più significativo fu una disposizione del comune di Asciano circa la stesura dei contratti d’affitto o mezzadria per la sua coltivazione, come attestato in un contratto del 1347 redatto a Montalceto. La coltivazione di zafferano andava quindi sviluppandosi nel comune di Asciano e in tutte le curie limitrofe, come quella di Chiusure, tra il XIII e XIV secolo, continuando a crescere fino al XVII secolo.  I monaci intrapresero fin dall’inizio della fondazione nel 1319 la messa a dimora di questa spezia e la sua produzione. La sana tradizione dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore tramanda che fu proprio il nostro Fondatore San Bernardo Tolomei ad iniziare la coltivazione dello zafferano nei terreni del monastero.

Le nostre colline argillose, sempre accarezzate dal vento che asciuga l’eccessiva umidità del terreno e circondate dai boschi, che aiutano a raggiungere l’importante escursione termica tra la notte e il giorno, la leggera altitudine e la fertilità del suolo, sono il luogo ideale per coltivare uno zafferano italiano di alta qualità, tra i migliori al mondo.

Proprio per assicurare l’eccellenza del prodotto, il nostro zafferano viene raccolto poco dopo le prime luci dell’alba, prima che il sole lo tocchi con i suoi raggi, mondato ed essiccato in giornata e poi conservato solamente in pistilli che, per le loro caratteristiche di prima categoria, sviluppano un colore, intensità e profumo perfetti per le ricette più raffinate. Occorrono infatti solamente 5 o 6 pistilli della nostra spezia prelibata per ogni porzione, dopo che siano stati reidratati in acqua tiepida.